La norma UNI 11591:2022 “Attività professionali non regolamentate - Figure professionali operanti nel campo della traduzione e dell'interpretazione - Requisiti di conoscenza, abilità, autonomia e responsabilità” è entrata in vigore il 7 luglio 2022 andando a sostituire, dopo una revisione formale, la norma UNI 11591:2015 “Attività professionali non regolamentate - Figure professionali operanti nel campo della traduzione e dell'interpretazione - Requisiti di conoscenza, abilità e competenza” entrata in vigore il 10 settembre 2015.



Che cosa sono le norme UNI per le professioni non regolamentate?

Sono documenti che descrivono le competenze, le conoscenze e le abilità del professionista di un settore e che consentono a un ente terzo di certificare la conformità del professionista alla norma, riconoscendone la qualifica (v. art. 6 comma 2 e 3, Legge 4/2013).

Qual è l'iter di una norma UNI?
L’iter che porta alla nascita di una norma UNI si articola in diverse fasi, tra cui ricordiamo: la messa allo studio, l’inchiesta pubblica preliminare, la stesura del documento, l’inchiesta pubblica finale (IPF), la fase cioè in cui si raccolgono commenti al fine di ottenere il più ampio consenso delle parti interessate, l’approvazione da parte della Commissione Centrale Tecnica (CCT) e la pubblicazione.

Quali altre norme sulle professioni non regolamentate sono state pubblicate in seno alla Commissione Tecnica “Attività professionali non regolamentate” (CT/UNI 006)?
A oggi le norme pubblicate sono quelle relative alle professioni di tributarista, naturopata, comunicatore, chinesiologo, fotografo, patrocinatore stragiudiziale. Altre sono in fase normativa, (artiterapie, clinical monitor, esperto in controllo di gestione, controller, fisico professionista, insegnante di yoga) o in fase pre-normativa (doula, pedagogista, professionista del benessere psicofisico tramite il massaggio bionaturale, educatore/rieducatore del gesto grafico, designer, mediatore familiare, terapista ayurveda ecc.).

Perché è nata la norma UNI 11591?
La Legge 4/2013 promuove la partecipazione delle associazioni rappresentative delle professioni alla definizione di “norme tecniche” che consentano ai professionisti di ottenere una certificazione di terza parte, cioè rilasciata da un organismo terzo diverso dalle associazioni medesime e che sia accreditato presso l’Ente Italiano di Accreditamento (ACCREDIA) secondo lo standard ISO/IEC 17024.

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Chi ha partecipato alla redazione della norma UNI 11591?
È stato costituito un Gruppo di Lavoro composto dalle associazioni professionali AIDAC, AIIC, AITI, ANITI, Assointerpreti, AssITIG, TradInFo con la consulenza dell’Università di Bologna (LILEC e DIT/SLLTI Forlì), della Fondazione Universitaria San Pellegrino e dell’Università di Trieste (IUSLIT-SSLMIT).
Sono membri d’ufficio di tutti i Gruppi di lavoro UNI il Presidente della Commissione Tecnica e un rappresentante del Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti (CNCU).
In organico nel gruppo di lavoro per la norma UNI per traduttori e interpreti anche un rappresentante della Direzione generale della Traduzione (DGT) della Commissione europea, in qualità di esperto della Giunta UNI.

Chi ha vagliato e approvato il documento finale oltre al Gruppo di lavoro prima della Inchiesta Pubblica Finale?
La Commissione Tecnica UNI/CT 006 “Attività professionali non regolamentate”, i cui membri sono suddivisi in 3 categorie di stakeholder:
-    fornitori della prestazione professionale;
-    fruitori della prestazione professionale;
-    autorità competenti.

Che cosa si intende per Inchiesta Pubblica Finale?
I documenti approvati dalla  Commissione Tecnica competente sono resi disponibili al mercato al fine di raccogliere commenti e ottenere il più ampio consenso delle parti interessate.
La fase di Inchiesta Pubblica Finale ha una durata di due mesi e la bozza della norma è stata resa accessibile a tutti dalle specifiche sezioni del sito UNI. Nello specifico, l'Inchiesta Pubblica Finale (IPF) per la norma UNI 11591 si è aperta il 3 aprile 2015 e si è chiusa il 1 giugno 2015.

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Dopo quali fasi è stata pubblicata la norma UNI 11591?
La versione consolidata del progetto di norma, confermata dall’Inchiesta Pubblica Finale o integrata con le osservazioni raccolte e valutate positivamente, è stata sottoposta all’approvazione della Commissione Centrale Tecnica di UNI.
La pubblicazione e l’inserimento a catalogo (con la conseguente entrata in vigore e disponibilità) è avvenuta in seguito alla ratifica da parte del Presidente di UNI il 10 settembre 2015.

Quali sono le ripercussioni della norma UNI 11591 sulla nostra pratica professionale?
La norma tecnica UNI 11591 “Figure professionali operanti nel campo della traduzione e dell’interpretazione” è un testo pubblico, condiviso e ufficiale che porta a un’univoca definizione dell’attività di traduttore e di interprete professionale. In questo modo utenti e professionisti dispongono di uno strumento centrale, riconosciuto, imparziale e trasparente per la descrizione di queste attività professionali. Su questa norma, come su molte altre similari per altre professioni non ordinistiche, cioè prive di Albo, si baserà l’attività di certificazione dei professionisti che ne facciano richiesta.
Secondo la Legge 4/2013 (v. art. 6 comma 3): «I requisiti, le competenze, le modalità di esercizio dell’attività e le modalità di comunicazione verso l’utente individuate dalla normativa tecnica UNI costituiscono principi e criteri generali che disciplinano l’esercizio autoregolamentato della singola attività professionale e ne assicurano la qualificazione.»

Qual è la differenza fra la norma tecnica UNI 11591 “Figure professionali operanti nel campo della traduzione e dell’interpretazione” e la norma UNI-EN o ISO sui requisiti dei servizi di traduzione?
La nuova norma UNI non sostituisce le norme che descrivono i requisiti del servizio (es. UNI EN 15038:2006, UNI 10574:2007 oppure ISO 17100:2015) ma descrive le conoscenze, abilità e competenze dei professionisti conformemente alle raccomandazioni europee.
Le norme sui servizi (UNI, UNI-EN, ISO) definiscono i concetti fondamentali che identificano attività, fasi di lavorazione o elementi che influenzano il processo di traduzione o interpretazione. Hanno lo scopo di certificare la qualità del servizio di traduzione e non le competenze del singolo professionista.

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A chi può servire la certificazione a norma UNI 11591?
Il possesso di una certificazione a norma UNI aggiunge valore al proprio curriculum, poiché è un elemento di presentazione garantito ufficialmente e certificato da un organismo accreditato presso l’Ente Italiano di Accreditamento (ACCREDIA) secondo lo standard ISO/IEC 17024 per la certificazione delle persone. In futuro, la certificazione di terza parte potrebbe essere richiesta per esempio dalla Pubblica Amministrazione e dalle aziende private.

Che cosa succede se non desidero certificarmi in base alla norma UNI 11591?
Nulla. Chiunque desideri continuare a esercitare la attività resterà obbligato unicamente a rispettare le norme civili e fiscali in vigore. L’adesione alla norma UNI è volontaria, non impositiva in quanto non è una norma cogente.

A che cosa serve una norma UNI per traduttori e interpreti?
Grazie a tale norma la committenza avrà uno strumento di discernimento in più. Nulla vieta di continuare a basarsi sulla fiducia personale o altri criteri nella scelta di un traduttore o interprete, tuttavia chi volesse avvalersi dell’opera di un professionista certificato si rivolgerà a un traduttore o interprete certificato a norma UNI. La scelta di certificarsi o meno è lasciata, come già detto, a ogni singolo professionista.

Qual è la differenza fra l’attestato rilasciato dall’associazione ex Legge 4/2013 e la certificazione di conformità alla norma UNI 11591?
L’attestato dell’associazione è un’attestazione di seconda parte. La certificazione di conformità alla norma UNI è di terza parte. In base alla normativa italiana le “certificazioni” sono solo di terza parte, cioè rilasciate da un organismo di certificazione accreditato secondo lo standard ISO/IEC 17024 per la certificazione delle persone presso l’ente di accreditamento (in Italia ACCREDIA).

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Il registro dei professionisti certificati pubblicato sui siti degli organismi di certificazione sarà di fatto una sorta di albo dei traduttori e degli interpreti?
No, l’orientamento legislativo, e in primo piano quello comunitario, è diametralmente opposto alla creazione di nuovi Ordini professionali, tanto che si discute di eliminare alcuni di quelli esistenti. Per le “professioni non regolamentate”, e fra queste quella del traduttore e dell’interprete, si sono cercate soluzioni alternative che, pur senza “ingessare” il mercato, aiutassero a fare un po’ di chiarezza. Al legislatore la via della norma UNI è apparsa una soluzione ragionevolmente rapida, rispettosa della concorrenza, democratica e non impositiva per avere una descrizione ufficiale e riconoscibile delle nostre attività.

Le proposte di legge presentate nelle precedenti legislature per l’istituzione dell’Ordine professionale dei traduttori e interpreti nel periodo 1964-2008 sono disponibili in area riservata.

Quali sono le ripercussioni sulla nostra associazione?
Indipendentemente dalla richiesta di certificazione dei singoli professionisti, la stesura della norma ha consentito alle associazioni italiane di traduttori e di interpreti di definire chiaramente i profili di chi opera sul mercato e di approfondire le competenze e conoscenze necessarie per ciascun profilo individuato, anche sulla base della letteratura scientifica di settore.
Il possesso della certificazione in base alla norma UNI 11591 sarà indicato nell’attestato di qualità e qualificazione professionale dei servizi rilasciato da AITI ai sensi della Legge 4 (art. 7, co. f).

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Ultimo aggiornamento del 01/10/2023.