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Tra Combinazioni Lessicali e Universali Traduttivi: dalla lingua ‘impacchettata’ ai linguaggi controllati

Relatore: FRANCESCO URZÌ

Francesco Urzì è laureato in lettere classiche con specializzazione in Glottologia. Appassionato di lingue e di linguistica, dal 1982 svolge la sua attività di traduttore al Parlamento europeo, dove si occupa anche di terminologia e di traduzione assistita da computer. Nel 2009 ha pubblicato il Dizionario delle Combinazioni Lessicali (Edizioni Convivium).

a) Presentazione del Dizionario delle Combinazioni Lessicali (parte teorica) b) Problemi lessicografici concreti posti da un dizionario di questo tipo

b) L'Euroitaliano: un linguaggio controllato? Una carrellata su alcuni "universali traduttivi" tipici e la loro declinazione in ambito euroistituzionale.

c) Dal Multilinguismo integrale controllato alla Traduzione automatica statistica (SMT). Il gap si stringe?

d) Sfruttiamo davvero tutte le risorse della nostra lingua? Alcuni casi paradigmatici.

Estratto dal sito di Francesco Urzì

Cosa sono le Collocazioni

Il termine *"collocazioni"*, coniato in linguistica sul modello dell'inglese collocation, indica *associazioni preferenziali di parole*, che non formano un'espressione idiomatica, ma non sono neanche "combinazioni libere".Si consideri ad esempio la sequenza /cercare le chiavi/. Ci troviamo in questo caso di fronte a una *combinazione libera* perché il verbo cercare può essere utilizzato con qualunque cosa, concreta o astratta, che è possibile perdere o smarrire (perdere le chiavi, perdere la propria identità).Se per contro consideriamo l'espressione /vuotare il sacco/ si vedrà che l'espressione non è composizionale, in altre parole non è possibile analizzare il suo significato in base al significato dei suoi componenti. È quello che si dice una *espressione idiomatica*.Ebbene, le collocazioni si collocano a metà fra questi due estremi, da un lato le combinazioni libere e dall'altro gli idiomi. Esempi: bandire un concorso (e non *lanciare un concorso), cadere in desuetudine (e non *andare in desuetudine). Si può però a giusto titolo parlare di espressioni, per il fatto che, se si parte da uno dei due costituenti -- negli esempi precedenti il nome -- la scelta della parola da abbinare -- negli esempi il verbo -- è di fatto condizionata dall'uso linguistico.