1. PREFAZIONE

 

Che cos’è tutto questo interesse per il mondo della traduzione e dell’interpretazione?

Nel 2007 secondo il sito del MIUR[1] sono 41 i corsi di laurea in mediazione linguistica attivati presso le Università italiane, 16 i corsi di laurea specialistica in traduzione e 4 quelli di laurea specialistica in interpretazione di conferenze. Inoltre, negli ultimi anni, si sono moltiplicate le pubblicazioni scientifiche e i congressi internazionali incentrati sulla traduzione e l'interpretazione. Mentre, però, teorici ed accademici sono ancora impegnati a confrontarsi su questioni quali “che cos’è una buona traduzione”, i professionisti devono continuare a esercitare in un mercato fortemente deregolamentato e pieno di insidie, soprattutto per chi è agli esordi, ponendosi spesso la domanda fatidica: “come si fa a vivere di questo mestiere?”.

La presente indagine vuole perciò contribuire a descrivere in modo realistico il mercato attuale della traduzione e dell’interpretazione e rispondere a domande molto semplici: chi sono i traduttori e gli interpreti professionisti, quale formazione hanno, quali tariffe riescono ad applicare, su quali mercati lavorano, come si specializzano e come si aggiornano.

Gli obiettivi non sono di poco conto, se si pensa che nel nostro settore mancano dati statistici affidabili a partire dal numero dei professionisti. Statistiche pubblicate a vario titolo stimano circa 20000 traduttori-interpreti in Italia, mentre i dati dell'Agenzia delle Entrate[2] parlano di appena 3883 persone fisiche che svolgono regolarmente questa attività e di 816 società di capitali (compresi gli enti commerciali). 

Il presente sondaggio è stato somministrato a traduttori e interpreti residenti in Italia o all’estero ma che hanno la lingua italiana nella propria combinazione linguistica professionale; esso evidenzia perciò anche le differenze di retribuzione per aree geografiche e segmenti di mercato, sebbene per determinate combinazioni linguistiche e per talune aree geografiche il numero esiguo di risposte ottenute non consenta di certificare la rappresentatività dei dati.

L’indagine mette in luce una situazione allarmante: sebbene la stragrande maggioranza degli intervistati svolga l’attività del traduttore e/o dell’interprete come attività principale (dedicando un numero di ore molto elevato alla propria professione), i compensi percepiti e i redditi generati rimangono molto bassi e nemmeno gli anni di esperienza sembrano incidere sul reddito complessivo. La situazione più critica è senz'altro quella dei traduttori editoriali, dove i compensi lordi raggiungono a malapena quelli delle “colf”, va un po' meglio nel settore della traduzione tecnico-scientifica e dell'interpretazione, ma anche qui l'Italia risulta essere il fanalino di coda.

Infine, mi preme ringraziare tutti coloro che hanno risposto al questionario, i componenti della Commissione Studi di Mercato AITI, nelle persone di Riccardo Olivi, Giovanni Tucci, Sandra Pecoraro e Mayumi Sasao, nonché tutti i soci AITI che a vario titolo hanno contribuito a realizzare questa indagine.

Buona lettura!

Sandro Corradini

Presidente Nazionale AITI


 


[1] http://offf.miur.it//index.htm

[2] Relazione sullo studio di settore TG53U, codice attività 74.85.2 Traduzioni e Interpretariato, aprile 2006