Che cos’è tutto questo
interesse per il mondo della traduzione e dell’interpretazione?
Nel 2007 secondo il sito
del MIUR
sono 41 i corsi di laurea in mediazione linguistica attivati presso le
Università italiane, 16 i corsi di laurea specialistica in traduzione e 4
quelli di laurea specialistica in interpretazione di conferenze. Inoltre,
negli ultimi anni, si sono moltiplicate le pubblicazioni scientifiche e i
congressi internazionali incentrati sulla traduzione e l'interpretazione.
Mentre, però, teorici ed accademici sono ancora impegnati a confrontarsi su
questioni quali “che cos’è una buona traduzione”, i professionisti devono
continuare a esercitare in un mercato fortemente deregolamentato e pieno di
insidie, soprattutto per chi è agli esordi, ponendosi spesso la domanda
fatidica: “come si fa a vivere di questo mestiere?”.
La presente indagine vuole
perciò contribuire a descrivere in modo realistico il mercato attuale della
traduzione e dell’interpretazione e rispondere a domande molto semplici: chi
sono i traduttori e gli interpreti professionisti, quale formazione hanno,
quali tariffe riescono ad applicare, su quali mercati lavorano, come si
specializzano e come si aggiornano.
Gli obiettivi non sono di
poco conto, se si pensa che nel nostro settore mancano dati statistici
affidabili a partire dal numero dei professionisti. Statistiche pubblicate a
vario titolo stimano circa 20000 traduttori-interpreti in Italia, mentre i
dati dell'Agenzia delle Entrate
parlano di appena 3883 persone fisiche che svolgono regolarmente questa
attività e di 816 società di capitali (compresi gli enti commerciali).
Il presente sondaggio è
stato somministrato a traduttori e interpreti residenti in Italia o
all’estero ma che hanno la lingua italiana nella propria combinazione
linguistica professionale; esso evidenzia perciò anche le differenze di
retribuzione per aree geografiche e segmenti di mercato, sebbene per
determinate combinazioni linguistiche e per talune aree geografiche il
numero esiguo di risposte ottenute non consenta di certificare la
rappresentatività dei dati.
L’indagine mette in luce
una situazione allarmante: sebbene la stragrande maggioranza degli
intervistati svolga l’attività del traduttore e/o dell’interprete come
attività principale (dedicando un numero di ore molto elevato alla propria
professione), i compensi percepiti e i redditi generati rimangono molto
bassi e nemmeno gli anni di esperienza sembrano incidere sul reddito
complessivo. La situazione più critica è senz'altro quella dei traduttori
editoriali, dove i compensi lordi raggiungono a malapena quelli delle
“colf”, va un po' meglio nel settore della traduzione tecnico-scientifica e
dell'interpretazione, ma anche qui l'Italia risulta essere il fanalino di
coda.
Infine, mi preme
ringraziare tutti coloro che hanno risposto al questionario, i componenti
della Commissione Studi di Mercato AITI, nelle persone di Riccardo
Olivi, Giovanni Tucci, Sandra Pecoraro e Mayumi Sasao, nonché tutti i soci
AITI che a vario titolo hanno contribuito a realizzare questa indagine.
Buona lettura!
Sandro Corradini
Presidente Nazionale
AITI
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